martedì 31 maggio 2016

Quarta tappa

30 maggio, Alta river camping

Ieri sera sul tardi è arrivato un ragazzo tedesco che ha piazzato la tenda vicino alla mia.
Al mattino le solite quattro chiacchiere e poi via per la propria strada, lui sta salendo da Göteborg verso il capo.
Mi muovo in direzione Alta ove conto di arrivare per le 15.

All'inizio c'è una stupenda temperatura, non c'è vento ed il cielo è nuvoloso, fino a questo momento ho preso pioggia solo durante la notte a Oldefjord, mi è andata bene, lo scorso anno in Finlandia, i primi giorni, ne avevo presa così tanta che mi aveva fatto venire voglia di rinunciare.
Comunque non canto vittoria anche perché stasera, all'arrivo al campeggio, sono stato accolto da un bel temporale.
Dicevo: entrando nella piccola gola di uno degli affluenti del lago, la temperatura è scesa di almeno 10* in una manciata di secondi, mi son dovuto bardare come fossi al polo nord... :-)

La strada è in salita e per fortuna dura poco, così come il vento ed il freddo, che uscito dal canalone svaniscono quasi completamente.
La vegetazione cambia di nuovo, le piante si allungano e si vede spuntare qualche pino.
Dopo circa 7 km inizia la discesa, un 7% quasi continuo che mi porta fino al primo centro abitato, Rafsbotn, lo definisco tale perché ha un piccolo negozio, anche se la vicino c'è un centro sportivo, naturalmente invernale. Qui mi fermo a mangiare, sono quasi le 12.
                                                      Il mare in prima fila!

Riprendo la discesa, stavolta con meno pendenza. Oramai i pini fanno concorrenza alle betulle.
Arrivo al mare, ed Alta mi pare Canaveral sulla via della Plata, più ci cammini verso e più si allontana, anche se qui il motivo sta nel fatto che devo camminare lungo la baia.
In città ci arrivò quasi all'ora prevista, ma sono ancora i primi giorni di cammino e la fatica si fa sentire.
Il difficile è trovare un campeggio, per trovare quello nel quale mi son fermato ho dovuto fermarmi in tre negozi di alimentari, quattro distributori ed il negozio dove ho acquistato, finalmente, il telo grande.

La città offre di tutto anche se non ho visto un centro commerciale vero e proprio, comunque mi assicurano che c'è di tutto e di più.
Spero di riuscire a fare una connessione internet, qui purtroppo il Wi-Fi lascia molto a desiderare, speravo stasera di pubblicare le pagine precedenti, purtroppo non è così, me lo ha detto il mio dentista!
In campeggio faccio le prove di sistemazione al meglio del sacco principale, evitando grande peso sullo zaino, purtroppo la morbidezza di questo borsone, gioca a sfavore della sua stabilità, è un continuo cercare di rimediare agli "sfaldamenti" laterali.

Domani probabilmente sosta, ho dei piccoli problemini fisici che vorrei risolvere prima di continuare, d'altronde sono in vantaggio di circa tre giorni sulla tabella che mi ero fatto, magari salterò la sosta a Trondheim.

Terza tappa

29 maggio lago di Leirbotnvannet

Oh, nemmeno una renna, solo dei caribù!
Ieri pomeriggio, poco prima di fermarmi, chiesi ad un signore delle informazioni, dopo avermi detto quel che volevo, ha aggiunto: "Ah le montagne, sarà dura!"
Non immaginando a cosa si riferisse, pensai tra me e me, "Beh ho fatto il Gran San Bernardo salendo da Martigny in un solo giorno, che vuoi che sia?"

Stamane ho iniziato la "salita" nella convinzione di andare incontro ad una giornata difficile.
La strada, per un lungo tratto ancora, segue il fiume, che ho erroneamente definito un torrente un poco grosso, largo e libero da impedimenti se non una piccola gola.
Ad ogni pie sospinto faccio rifornimento d'acqua, non vorrei rimanere senza, visto che sono giunto sulla "cima" 385 mslm, e davanti a me si apre un altipiano, che ad un certo momento mi mette addosso una certa ansia, la stessa che provai attraversando un simile territorio tra Camberra e Cooma, in Australia, la chiamerei una punta di agorafobia.

L' impressione che aldilà della cresta delle colline, che fanno da contorno alla piana, finisca il mondo, è la stessa che provai nove anni fa nel posto sopra descritto.
A tutto questo va aggiunto il fatto che non c'è vegetazione alta, tutto si riduce ad una distesa brulla, macchiata qua e la da chiasso di neve in fase di scioglimento, dei laghetti e i soliti rivoli d'acqua.

Poco prima di arrivare all'altipiano lungo la costa sinistra della montagna, vi sono diversi chalet quasi tutti son chiusi ed i pochi aperti sono in manutenzione, addio alla speranza di scroccare una tazza di tè caldo.
Mi vedo costretto, lungo la salita, a raccogliere della legna per così poi farmi da solo la bevanda calda.
Finalmente dopo oltre 30 km inizia la discesa, lungo una stretta gola, anche qui l'acqua non manca.

Poco prima di iniziare a scendere incontro un ragazzo norvegese in bici, al quale chiedo del sale.
In fondo alla discesa chiedo informazioni ad un ragazzo svizzero che si è accampato lungo la strada, manca poco ad Alta, decido di sostare presso un lago e finalmente riesco a farmi la pasta come si deve, ma soprattutto riesco a mettere i piedi nell'acqua gelata e rinfrescarli.

Domani, Alta con sosta in campeggio!

Seconda tappa

28 maggio, non so dove.

Subito la strada comincia a salire ed è una salita non molto pendente ma molto lunga.
Rispetto ai giorni scorsi il paesaggio è decisamente cambiato, la vegetazione comincia a farsi alta, betulle che raggiungono a malapena i 4 m, tutte piegate dal vento in malo modo, che evidentemente in ogni periodo dell'anno ha una sua direzione specifica, vi sono alcune piante che crescono letteralmente a zigzag. Non si vede altro come vegetazione  di alto fusto.

Pensavo di avere dormito abbastanza, ma non è così, è tutto un continuo sbadigliare, e fa freddo. Giunto sul l'altipiano mi vedo costretto ad indossare la giacca pesante, naturalmente dopo pochi minuti il sudore cola che mi pare di essere sotto la doccia e cosa divertente, vedo passare un gruppo di ciclisti, alcuni di questi sono in pantaloncini e maglietta a maniche corte.

Sull'altipiano, che ha una quota massima di 238 mslm, anche i gli alberi si fanno radi, ed è tutto un soffiare del vento ed il rumore dell'acqua di scioglimento che scende copiosa dai rilievi circostanti.
Non c'è alcunché fino a Skaidi, e qui a parte il distributore con annesso un piccolo negozietto c'è ben poco, provo a fare un poco di spesa, mi dimentico il sale!

Vado avanti alla ricerca di un possibile campeggio lungo gli 85 km che mi separano da Alta, al distributore mi hanno detto che uno c'è, peccato che sia uscendo dal paese.
Proseguo, lascio un grosso torrente che è diventato tale nel giro di pochi km, impressionante, ma la A6 ne costeggia uno decisamente più grosso ed il suo rumore mi accompagnerà per almeno un paio di giorni.

Dopo una decina di km il sonno riprende forza, mi fermo in una piccola area di sosta, almeno qui c'è una panchina che fa sempre comodo al mattino.

Riesco a mettere in moto, finalmente, la stufetta, e posso farmi un bel te ed una tazza di orzo caldo, non avete idea di quanto rimettano in piedi le bevande calde in questa situazione.

Seconda parte prima tappa

27 maggio seconda parte, Oldefjord.

La scelta di prendere il bus è stata più che mai buona, non sono minatore né tantomeno speleologo.
La prima galleria, quella da 4,8 km circa e la seconda da 7 km, possono vantare una buona banchina transitabile, ma oggi il traffico era tanto ed in modo particolare di autobus e camper. 

Nonostante la discreta larghezza in certi punti era difficile passare quando due grossi mezzi si incrociavano.
La terza, quella da quasi 3 km sarebbe stato un vero incubo, stretta e poco illuminata e tra tutte e tre tutti quei km sottoterra, nella seconda addirittura sotto il mare, non me la sono proprio sentita di farli. Non era necessario!!!

Oltrepassato questi "ostacoli" la camminata prosegue lungo la costa, frastagliata, un mare splendido trasparente e decisamente pulito.
Come sempre i primi giorni sono molto più faticosi di quanto io voglia pensare, e poi c'è il sonno, ragazzi, posso camminare quando sono stanco, ma quando ho sonno non ci sono proprio salsicce.

Ho impellente bisogno di recuperare, soprattutto in previsione dei prossimi giorni, vorrei arrivare ad Alta al più presto possibile, devo fare degli acquisti indispensabili, quindi decido per una sosta ad Oldefjord, qui c'è un campeggio e male che vada un albergo.

Al prezzo di poco inferiore ai 10€ trovò un buon posto e finalmente, dopo 4 giorni, una bella doccia, la cucina, mi faccio un piatto di pasta senza sale, non l'ho ancora acquistato, una tazza di buon te allo zenzero e cannella e mi addormento sul divano del salotto mentre sto chat tanto con Manuela. All'una mi sveglio appena in tempo per andare a mettermi a dormire nella tenda. Alle 7 sono ancora nel sacco dal quale mi sfilo dopo le 9.
Mi avvio non del tutto riposato.

venerdì 27 maggio 2016

Prima tappa

26/27 maggio, Capo Nord

Dopo un viaggio un tantino stressante e stancante, arrivare ad Oslo alle 23, aspettare il primo autobus per Gardeanom, alle 3, quindi li giunto girare come uno zombie per l'aeroporto in attesa del volo alle 12:20, riuscendo a rubare qualche minuto di sonno in sala di attesa. Altre 4 ore di bus per arrivare alla meta, riuscendo pure qui a "strappare" qualche minuto di sonno, il pensiero che sia una giornata non molto positiva si fa strada!!!

Comunque, giunto sul posto per prima cosa comincio a mettere in piedi il carretto, un paio di persone mi si avvicinano e comincia così la spiegazione. Per primi una coppia di spagnoli, poi uno svizzero in bici, poi incontro un italiano in moto, quattro ne incontro all'interno del bar.
Quindi comincio il giro per visitare questo posto mitico, nulla di che, anzi lo definirei una presa in giro, primo non è il punto più a nord, un piccolo istmo alla sinistra guardando a nord si protende verso il polo di qualche centinaio di metri oltre, ma lì non c'era lo spazio per parcheggi, ristoranti e musei vari. Inoltre il costo per arrivare sul posto è proibitivo, nemmeno fosse come gli Uffizi o qualche altro bel museo (basta non sia di arte moderna). 43€ sola andata e biglietto di ingresso, solo quest'ultimo oltre 20€, per 30 km direi che è troppo! All'inizio ho pagato 60€, ma l'autista del bus quando ha saputo che sarei ritornato a piedi mi ha restituito circa 17€.

Ma non son qui per parlare di queste cose, devo parlare del viaggio: dopo avere deciso di muovermi subito mi avvio lungo la strada E 69, che attraversa il territorio fino ad Honnigsvag, una strada con un continuo saliscendi.
Il territorio è brullo, spoglio, pare la Toscana lungo la Francigena, un albero nemmeno a pagarlo oro, cammino sotto il sole di mezza notte, ma è un sole che non scalda, anzi! Il paesaggio è sferzato da un leggero e freddo vento, a momenti ci sarebbe bisogno della giacca ma poco dopo si suda?
Verso l'1:30 mi fermo, il sonno non concede tregua, monto la tenda vicino ad un'area di sosta, una fatica...

Sono così stanco ed assonnato che riesco a dormire sui sassi fino alle 7.
Sono senza niente nello stomaco, i crampi si fanno sentire, non ho niente di pronto e se anche potessi cuocere non riesco a trovare un pezzettino di legno, di gas fino in paese non se ne parla. Proseguo sperando di incontrare uno dei piccoli centri visti ieri dal bus e così è, dopo circa 8 km un campeggio, purtroppo hanno solo da bere, e giù di te, almeno quello.
Breve sosta, il paese è ad 8 km, poco dopo il piccolo aeroporto, il paesaggio, dopo avere lasciato "l'altipiano", cambia radicalmente, si cammina sul lungomare, qualche scatto, manco per poco una lontra, ma il dormire della scorsa notte non basta!

Giunto ad Honnigsvag mi metto a cercare le cose che mi mancano, soprattutto da mangiare e una bombola del gas.
Ieri nell'arrivare ho dovuto constatare che purtroppo sul percorso ci sono tre lunghe gallerie, da quasi 7km, quella che collega l'isola, la seconda da 4,8 km che punta direttamente al paese ed una, 60 km prima di arrivare qui, da quasi 3 km.
Mentre sto scrivendo, in anticipo sui tempi di 45 minuti, ma poi scopro che è cambiato l'orario, arriva il bus, chiedo e mi dicono che possono lasciarmi dove ho chiesto, l'autista è lo stesso di ieri sera.
Parto sapendo che probabilmente stasera mi fermerò esattamente dove mi lascerà la fermata del bus, o quantomeno la vicino, poi si vedrà!

Dimenticavo, qui non si muore di sete, ruscelli ovunque, unico inconveniente: a berla direttamente ci si spaccano i denti tanto è fredda.